DUBAI NATALE 2011

Scrolla il testo per leggere

Con la spia della curva glicemica perennemente accesa ed ancora satolli per gli eccessivi stravizi culinari del banchetto natalizio, pensato, creato, realizzato ed ovviamente pagato dai soliti fessi, ci trasciniamo stancamente al gate di imbarco della Turkish Airlines per l'inizio dell'avventura come diceva il Signor Bonnaventura decinaia e decinaia di anni fa.

I pargoli targati neonata provincia Monza e Brianza passeggiano ancora sulle nuvole della felicità infinita al solo ricordo dell'estrema magnanimità' del signore vestito di rosso dalla lunga barba bianca mentre l'illuminato cantastorie rimugina lungamente sulla balzana decisione di separarsi per la prima volta in vita sua dal marchingegno indicante il passare del tempo, sentendosi al momento quanto mai nudo ed indifeso.

Durante il tranquillissimo volo verso Istanbul i miei padiglioni auricolari vengono piacevolmente attratti da descrizioni di favole fantastiche e di avventure avventurose dei miei vicini di sedile, protagonisti chi di viaggi umanitari come quattro infermiere dirette in Uganda, chi escursionista estremo sulle montagne dell'Eritrea, chi a capo di un gruppo di cinque amiche alla ricerca dell'io esistenziale in India, chi fondatore su FB del gruppo camminatori dei sentieri francigeni, vera e propria manna per le mie orecchie sempre ansiose di nuova linfa onirica.

Schiavi della filosofia niolesca dell'ottimizzazione delle tempistiche, apriamo il transfer verso Dubai ed arrivati ad Istanbul, vera e propria capitale turca, decidiamo di fare un saltino in città, prendiamo un assolutamente nazional popolare metropolitana e grazie al cambio di ben venti euroni azzurrissimi visitiamo la stupefacente Moschea Blu, la più volte rifattissima Cattedrale di Santa Sofia, la residenza del Topkapi, scrigno di innumerevoli misteri, la cisterna sottorranea delle 350 colonne ed il Gran Bazar, definito il più vasto del pianeta, ai nostri occhi un susseguirsi infinito di tarocchi e vere imitazioni non originali di qualsiasi prodotto brandizzato.

Tre ore nella culla dell' Impero Romano d'Oriente, l'antica e superba Costantinopoli, la poderosa e invincibile Bisanzio ed eccoci di nuovo al deposito aereo Mustafa Kemal, padre di tutti i turchi e di tutte le toilette locali....

Istanbul nonostante sia stata osservata in un lasso di tempo paragonabile ad un battito di ciglia ci ha molto più che piacevolmente sorpreso con una vivacità, una effervescenza ed un approccio che pur mantenendo tradizione e cultura millenaria sicuramente permetterà un ottimo sviluppo futuro di questa pietra miliare dell'umanità, di questa porta spalancata tra Europa ed Asia, tuttora oscillante tra arte, tradizione, storia ed innovazione del ventunesimo secolo.
Un atterraggio più morbido del pandoro natalizio ingurgitato in dosi elefantiache ci fa riassaporare il clima, il calore e l'atmosfera dell'emirato a noi tanto caro, con un aeroporto alle tre di notte brulicante quanto i paraggi della Madunina sotto Natale.
Il Premier Inn si fa ampiamente perdonare il quadruplo giro giro giro tondo che ci ha costretto a fare per poterlo raggiungere nonostante si trovasse esattamente in face of il nostro terminal, ma come sempre qua una semplice sopraelevata ti costringe ad un labirinto lungo qualche decina di chilometri.
La colazione del piccolo e parco Nico ha dell' inverosimile se pensiamo che mentre noi siamo ancora completamente avvolti dai fumi del sonno il cucciolo riesce a scofanarsi omelette, salsicce, latte e cereali, brioche, toast, muffin e... ruttone finale!
Non vogliamo apparire degli sboroni ma realmente ci troviamo completamente a nostro agio nella realtà autoctona, apprezziamo temperatura, architettura, viabilità, organizzazione, educazione, disponibilità al limite della piaggeria e del lecchinismo esasperato da parte di qualsiasi operante in loco, che ti tratta come il principe consorte della Regina d'Inghilterra.
Ci esaltiamo all'inverosimile girovagando per queste immense arterie autostradali con una Ford Figo, special edition dedicata allo straordinario Luis neroazzurro, peccato solo che trattasi del minuscolo tender di uno qualsiasi degli incrociatori ambulanti che ci sfrecciano al fianco con malcelata alterigia e disprezzo.

Lasciamo il nostro giaciglio ubicato nel quartiere di Al Barsha, il Rose Garden si conquista ampiamente la sufficienza se non per la logistica nel nulla più o meno assoluto dei dintorni della pista da sci del Mall of Emirates almeno per le dimensioni da piazza d'armi della sua camera dalle ormai abituali sette stanze, il tutto per 108 monete da un euro in quattro.
Cominciamo il tour de force della principale attrattiva locale serale e cioè scarpiniamo come dei dannati tra un centro commerciale e l'altro, tra una varietà ancor più che illimitata di attività a fine di lucro di ogni genere, tipo e variante con apoteosi negli ipermercati ove le quantità di prodotti proposti tende all'inverosimile per poter soddisfare ogni tipo di sfizio alimentare e consumistico di questi ex pascolatori di cammelli trasformatisi ora in sperperatori senza limiti di vil denaro.
Lacrime e rabbia ci assalgono al momento del rifornimento di benzina che ci fa capire il vero significato dei sostantivi accisa, tassa, furto a mano armata perpetrati dal nostro amato governo: con meno di tredici euro effettuiamo un rabbocco totale del serbatoio con un risparmio di ben più di 50 euro, ad ognuno di voi, miei adorati 15 lettori il commento.
Tra una moltitudine a dir poco caotica di popolazioni, razze, lingue, usi e scostumi ( ci fosse un essere umano vestito Come Cristo Comanda) passiamo la giornata in spiaggia, apprezzando tantissimo calore e solarità arabiche con trattamento rivitalizzante dell'epidermide grazie al congelamento istantaneo delle cellule della pelle al contatto con un'acqua che tutto si può definire tranne che da Golfo Persico.
Ci portiamo decisamente avanti per non dire che oltrepassiamo tutti festeggiando con un giorno in anticipo l'arrivo del nuovo anno con una cena veramente emozionante al More, trandy fashion restaurant alla base del Khalifa, simbolo di potere e di maestosità massima dall'alto dei suoi 820 metri d'altezza, proprio di fronte ai laghetti ove si svolgono i giochi d'acqua, di luce e di suoni degni del Re Sole del 35* secolo.
La febbre da acquisto ossessivo e compulsivo sembra essere passata ai quattro Caprotti che, memori dei consigli del saggio mentore Max, cultore del low profile e dell'understatement, limitano al minimo l'esborso di dirham nonostante il caos impressionante che li circonda, con richiami all'acquisto degni della più suadente ed incantatrice delle sirene di Ulisse.
Essere in spiaggia, con un sole straordinario ed un mare limpidissimo il 30 di dicembre non ha prezzo, direbbe una nota società di credito al consumo, ed allora sfruttiamo questa strepitosa chance lasciandoci trasportare dai sogni di infinita libertà con le poetiche descrizioni delle avventure del gabbiano Jonathan Livingstone, compito delle vacanze dell'ex piccolo Tommy, ora nostre tavole della ragione e della verità .
Ed eccoci al podio dei personaggi della vacanza: menzione d'onore ai due bikers che scimmiottando in versione assai trash il mitico James Dean ne Il ribelle, sgasano impunemente su un qualcosa di irriconoscibile, con stivali fosforescenti e sberluscicanti ma soprattutto accompagnati da una assordante ma soprattutto insopportabile melodia rivolta budella ed alle due escort bielorusse con contaminuti ben in evidenza, due barbie ossigenate dalle ciglia chilometriche, dagli occhi di ghiaccio, 40 chili in due di pura passione e sincero amore per i due beduini che le accompagnavano, tronfi della loro sincera e disinteressata conquista amorosa.
Io e Nico ci addentriamo nel deserto o meglio svoltiamo semplicemente l'angolo di casa in quanto appena ti giri dalle tre file di grattacieli simili ad una sfilza di ombrelloni in riva al mare ti ritrovi ad osservare il nulla cosmico a 360 gradi e raggiungiamo il Maydan Horses Race, una iperbolica costruzione stile astronave INTERgalattica atterrata per il capriccio del Sultano che, alla modica cifra di alcune centinaia di miliardi di dollari, ha pensato bene di togliersi il capriccio di costruirsi un ippodromo fantascientifico, con ogni tipo di accoglienza dodici stelle, aria condizionata compresa, per i regali quadrupedi.
Siamo nel ventidodici e l'ingresso al nuovo calendario e' stato come ovvio qua ben sopra le righe con una serie spaventosa di fuochi d'artificio che hanno illuminato a giorno tutta la Jumeirah Beach, rendendo ancora piu' sfavillante una corniche già di per se strepitosa: dal lussosissimo neo costruito Zabel, al fantasmagorico Atlantis per finire all'arciplurinoto Burj al Arab, velico sette stelle di fama planetaria, una pioggia di luci, lampi, fulmini accecanti ed emozioni più che palpabili ci hanno accompagnato molto pomposamente nel nuovo anno.
Qui esistono due modi per celebrare l'evento: continuare a lavorare come degli schiavi senza futuro anche oltre alla mezzanotte come sono costretti a fare centinaia di derelitti alle prese con cantieri perennemente in costruzione o sedere come degli sfigati, soli e neanche male accompagnati, su macchinone dalla potenza e dal valore inverosimile, completamente bloccati nel traffico della walk along the sideside.
Ci ritroviamo protagonisti di una via di mezzo tra Carramba che sorpresa e C'e' posta per te, incontrando nell' Emirato parentado ed amici vari, arrivati forse più per nostra insistenza che per reale volontà, ma immediatamente adattatisi a questa piacevolissima pausa post natalizia, come fecero in passato il Principe dei Tovaglioli con real famiglia, colui che sa tanto di molto e gentile consorte e la coppia di fidanzatini piccioncini con lui ora transuga in Mondadori .

The power of money is the same all over the  world ma mai come a Dubai è possibile porsi domande e formulare dubbi circa eleganza, classe, fascino e bellezza dei personaggi, più o meno loschi e quasi tutti provenienti dalle ex repubbliche socialiste sovietiche, che bazzicano in alberghi straordinari quali Medinat, Jumeirah, Royal Mirage.
Non sempre il credere comune corrisponde a totale realtà e con estremo piacere smentiamo e smontiamo la credenza dello squallore delle gite in battello: mai 25 euro furono spesi meglio di quanto sborsato per ammirare dall'acqua le follie architettoniche ed ingegneristiche di Dubai, che alla luce ancora accecante di un tramonto da favola ci apre il sipario sulla Palma, sull'Atlantis, sul Burj, sulla Marina, sullo Yacht Club che non smettiamo di immortalare da ogni possibile prospettiva ed angolazione.
Come degli sciacalli randagi e delle iene senza coscienza approfittiamo ignobilmente del forfait della Zia Laura, costretta ad un imprevisto dietrofront direzione Milano dopo appena 48 ore di permanenza in loco, per fruire del loro Beach Club, vero e proprio paradiso del divertimento e del relax con tre infinity pool per ogni gusto ed esigenza.
Mi adatto alla velocità del vento al clima ed all'ambiente, scimmiotto il troione russo che si specchia nel tablet per controllare trucco e parrucco, faccio finta di smanettare sui due tab dei cuccioli pur non capendoci nulla ma giusto per darmi il corretto aplomb e mi trasformo in un feroce hooligan mentre Nico e Tommy, rinverdendo i fasti e la gloria della conquista della Champions da parte dell'Invincibile Armata morattiana, surclassano una compagine russa, sorretta da un plotone di cosacchi col colbacco, conquistando coppe e medaglie su un green degno del miglior golf scozzese.

Mai come oggi siamo in presenza del graditissimo sbafo, a uffa, a scrocco, a schiena, per due nano secondi riflettiamo sulle cause, tratteniamo a stento le lacrime di commiserazione, per poi rituffarci nella piscina a sfioro lambita dai raggi al tramonto.
Operazione Babbo Morto completata, anche oggi ci siamo intrufolati come roditori nel gruyer e ci siamo fatti coccolare da confort e facilities varie ma ovviamente, come in tutto nella vita, esiste anche l'altro lato della medaglia ecco il perchè della nostra durissima lettera di lamentele alla direzione del resort ed all'Emiro in persona per conoscenza.
Ma vi sembra mai possibile esser disturbati in continuazione dal cameriere che porge l'asciugamano dodici fili di cotone egiziano rinfrescato, avere degli uccellini che cinguettano senza aver imparato la melodia di Pazza Inter Amala, avere un poggiatesta, dietro il materassino alto una spanna, non anatomicamente adattato alle singole esigenze personali??
Il primo giorno in cui il Grande Profeta offusca fratello Sole con una lieve foschia dopo tutta una vacanza sotto raggi battenti, alziamo le tende beduine e lanciamo la Figo verso Nord, in cerca di fortuna e di avventura, cosa che non manca certo quando accostando al bordo della highway per vedere un mercatino caratteristico, necessitiamo dell'intervento di un ragazzino su un fuoristrada mastodontico per poterci liberare dal più patetico ma potenzialmente dannoso degli insabbiamenti.

Mai tip fu più piacevolmente donato e senza neanche respirare arriviamo in apnea a Ras Al Khamain, settimo fazzoletto di sabbia desertica che esattamente quaranta anni fa decise di dar vita agli Emirati Arabi Uniti, forse il più sfigato e meno opulento ma certamente uno dei pochi che ancora mantiene qualche attaccamento alle radici culturali, a differenza di Dubai, Sharjhia, Al Ain, Al Fujeirah, Abu Dhabi, Aiman tutti proiettati verso il futuro anteriore.

Visitiamo un paio di moschee, titubanti nel lasciare Vans e Nike varie fuori l'uscio, gironzoliamo allegramente nel mercato di frutta e verdura per poi rimanere come sempre affascinati dall'emporio del pesce, compravendita di ogni ben di Nettuno dai molteplici colori e dalle infinite dimensioni, mentre gli esseri umani costretti al pulizia del pescato apparivano ai nostri occhi come gli ultimi dei reietti e degli intoccabili.

Rientrati a Dubai assistiamo all'apertura ufficiale del mese dei saldi, ovviamente in pompa magna con fuochi d'artificio, cediamo al proposito di stringere i cordoni del borsellino e passiamo l'ennesima serata di shopping al Dubai Mall, arrivato a circa 1200 esercizi commerciali.

Ovviamente non possiamo che centrare il Triplete e prima ancora del sorgere dell'amata stella ci troviamo in pole position pied dans l'eau del country club dei ricconi per l'ultima, graditissima giornata negli Emirati mentre una struggente e malinconica Adele ci viene riproposta in tutte le salse, dalla più delicata alla più piccante, da ogni stazione radiofonica del Golfo Persico.

Il fatto che un indigeno con sottana inamidata e turbante avvolgente mi abbia chiesto indicazioni stradali mi inorgoglisce, mi fa riflettere e mi porta alla conclusione che questa potrebbe essere proprio my wonderful second life !!!