Dubai ottobre 2016

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È proprio necessario trovare una risposta ad ogni quesito, dobbiamo sempre rispondere ad un perché, è indispensabile dare una motivazione a tutto quello che pensiamo e soprattutto realizziamo?

Lasciando ai posteri l'ardua sentenza, anche se io al riguardo avrei un parere abbastanza ben definito, mi trasformo in un giocoliere equilibrista di raro talento per trasportare un trolley, di più che notevoli dimensioni, sul quanto mai adattabile e funzionale scooter, diventato ormai parte integrante della mia esistenza terrena.

Parcheggio il biruote ove per nove anni e mezzo ho versato anima e sangue  alla ricerca spasmodica della vendita di spazi pubblicitari, non mi curo dell'emozione provabile e proseguo senza fretta verso i binari di Cadorna, ove provo per la prima volta la sensazione di raggiungere Malpensa by train, tutto è un'esperienza ed allora testo anche questa, seppure si riveli piuttosto costosa per i pochissimi chilometri di strada ferrata da percorrere.

L'aeroporto della metropoli longo lombarda assume ogni volta un volto più accattivante ed al passo con la globalizzazione che permea il nostro esistere quotidiano, gli ambienti sono molto luminosi, funzionali, curati nei dettagli al limite del massimo dei voti e quasi quasi mi dispiace salire così presto sul volo per Doha, tappa forzata ed obbligata dal ticket per raggiungere l'obiettivo degli obiettivi, la meta assoluta, il traguardo sommo, il target estremo della mia (fors'anche limitata) fantasia turistica: DUBAI.

Dire che tutto è sotto controllo mi sembrerebbe una parola grossa, più di una volta lancio uno sguardo perplesso allo schermo per capire l'esatta direzione della rotta, in quanto constatata la temperatura interna, sono propenso a credere di vivere un dirottamento aereo con destinazione Groenlandia: un freddo glaciale intorpidisce le membra e solo lo strato di grasso variegato che mi sovrasta la pancia mi permette una sopravvivenza, almeno apparente, in un ambiente poco ospitale anche per una colonia di trichechi.

Il pollo gentilmente distribuito dal personale di bordo di astrusa provenienza è un qualcosa di micidiale per concentrazione di particelle piccanti e solo l'appisolamento del burbero vicino mi permette la sottrazione del suo blister di Philadelphia per cercare di mettere a tacere la rivolta delle mie papille gustative.

Cerco di distrarmi con il visore cinematografico, ma l'impossibilità di riuscire a sintonizzare un programma adatto ai miei interessi ed alla mia curiosità mette a dura prova il mio sistema nervoso, pertanto prima di essere cortesemente invitato ad uscire dal mezzo di locomozione per segni evidenti di squilibrio, mi dedico ad un accurato e dettagliato controllo concorrenza editoriale sui mezzi dei competitors, constato con piacere di non aver perduto alcun flight di comunicazione, mi avvicino con estremo gaudio alla stesura di questi primi appunti letterari.

Queste suggestioni andranno infatti a costituire un ennesimo capitolo della saga delle scorribande caprottiane in giro per il mondo, il tutto ora racchiuso in un prezioso, immancabile ed imprescindibile scrigno digitale in forma di sito all'url www.paolocaprotti.com, che invito a visitare i pochi al mondo ancora ignari di una simile pietra miliare per la cultura dell'umanità ( la pubblicità è l'anima del commercio e non per niente cerco di venderla da più di vent'anni ) .

I ventisette gradi all'una di notte a Doha sono manna purissima e gustosa per le mie articolazioni infreddolite, ora è necessaria una rettifica al paragrafo precedente, questo sì che è un aeroporto: lusso sfrenato, design innovativo, incredibile attenzione all'impatto estetico e visivo, pulizia maniacale, opere d'arte sparse tra innumerevoli imbarchi ed infiniti fingers, una quantità incalcolabile di destinazioni ( pensavo di conoscere il mappamondo, devo prendere ulteriori ripetizioni), un via vai di gente pazzesco in quello che giustamente viene definito "gate to the world".

Il minchione che mi accoglie al controllo passaporti di Dubai forse non si rende conto che fino a qualche giorno fa per poter mangiare la sua ciotola di locuste era costretto a contare i granelli di sabbia del deserto, mentre ora si da delle arie pazzesche facendo il figo con  i miei documenti di entrata, causa accenno di baffo ora non più presente nella fotografia del mio angelico visino, conto fino a dodicimila, penso al trionfo del Triplete ed attendo pazientemente che lo zelante addetto si sia stufato di chiedermi la motivazione dei vari timbri e stemmi riportati .

Il Premier Inn ad Ibn Battuta è superiore ad ogni aspettativa, per essere stato prenotato due giorni prima della partenza si rivela una splendida sorpresa, moderno ed essenziale ritengo non abbia ancora visto il taglio ufficiale del nastro di inaugurazione datata guarda caso 9 ottobre, la fermata del metro sopraelevato esattamente davanti all'uscita ne nobilita la scelta e ne approva i 65 euro a notte in una stanza decisamente accogliente.

Il clima è perfetto, tendente al leggermente troppo caldo per essere quasi novembre, cerco di farmene una ragione, accetto e ringrazio anche se le acque del golfo persico non aiutano certamente al refrigerio, attendo solamente di avvistare qualche pesciotto gia' bel che bollito galleggiare al fianco della mia ingombrante corporatura, più volte al giorno immersa nell'immensità marina, per poi avere un sussulto gastroenterico al momento del contatto con aria condizionata di metro, alberghi, locali, centri commerciali, stabilmente posizionata su temperatura sguaraus.

Con astuzia, perizia, furbizia ed esperienza mi guadagno la prima fila lungo la walk di Dubai Marina per assistere al Red Bull Cliff Diving, competizione cui sono ammessi solamente otto uomini ed otto donne tassativamente privi di materia cerebrale: una volta appurata tale qualità detti tizi provvedono a deliziare il pubblico astante gettandosi dai 28 metri di altezza di un ristorante panoramico, per il solluchero principalmente dei regnanti di casa che, fregandosene ampiamente delle migliaia di presenze in una nottata veramente calorosa, fanno i porci comodi loro, costringendo tutta l'organizzazione a più di un'ora di ritardo, ovviamente senza alcuna spiegazione.

Ca va sans dire non un fischio, non una protesta, non un moto di stizza, qua comandano loro e nulla è concesso e permesso ad eventuali critiche o appunti, tranne che a loro, padri padroni di un mondo comunque da mille ed una notte.

Assisto sbigottito ad una dozzina di tuffi mentre su un mega schermo nel mezzo della baia scorrono altre immagini di folli protagonisti di queste imprese senza senso, tipo salire e scendere montagne russe con moto da cross, lanciarsi a precipizio dà creste montuose con dislivelli assurdi, rischiare osso del collo e non solo su skate-board tra mille ostacoli artificialmente posizionati per creare danni ai partecipanti, precipitare e talvolta spiaccicarsi come moscerini nel tentativo di emulare il buon Icaro, se non ci si fa male non si è contenti, a questi puzza la pellaccia....

Il ritrovarsi con un amico monzese, globe-trotter del business all over the world mi riserva un' immersione nella night life emiratina, vedersi  al Lola di Lissone sarebbe stato troppo facile e banale ed allora perché non organizzare un meeting  al club the Place del H Hotel, ove sembra essersi dato appuntamento tutto il jet set proveniente da Monte Carlo, Macao, Porto Cervo e New York ?

Durante il giorno non si vede in giro un'anima ma alla sera ecco spuntare come gremlins un'infinità di patinati giovanotti, caratterizzati da portafogli a fisarmonica ed accompagnati da morigerate fanciulle, principalmente calate a frotte delle steppe falce e martello,  con annesso tassametro e tariffario in bella vista sulla schiena.

La colazione mattutina è un tripudio di sapori, colori, piaceri per la vista, per l'olfatto e per il gusto, dolce e salato, mieloso e saporito, light e digeribile, l'insieme è un vero toccasana per i miei succhi gastrici che non se lo fanno ripetere due volte, mettendosi in moto con piacevole riscontro del fine palato.

La routine è decisamente apprezzabile, la spiaggia invitante, diverse spending review sono state effettuate, alcuni revised budget completati, svariati costi cancellati, alcuni forecast rispettati per poter rientrare nelle indicazioni provenienti da Bruxelles, che prevedono di non sfondare il tetto dei due euro e mezzo a giornata, comprensivi di basket con anguria fresca e token per doccia ritemprante, rigorosamente Grohe ultima generazione, in strutture lungo la spiaggia che sembrano astronavi adagiate sul bagnasciuga .

Paventando amicizie altolocate riesco a presentarmi nella lounge del 35* piano dell' Hilton on the beach, cito l'avveniristico architetto monzese, il ricchissimo industriale gallaratese, il plenipotenziario immobiliarista sizianese,  il potente lobbista milanese ( tranquilli colui che sa tanto di molto, uomo semplice, lui dei Momi e Presidente, ogni riferimento alle vostre figure è puramente causale) e mi faccio accompagnare in pompa magna sul roof top, da cui si domina a 180* una vista semplicemente mozzafiato dal Burj Arab all' Atlantis, al costruendo Hilton Double Trees, passando per tutto l'orizzonte, Palma compresa.

Ritorno con i piedi per terra e continuo il processo di colorazione dell'epidermide che trova un piacevolissimo contatto con i raggi solari, vanamente raffreddati da una temperatura liquida marina ben sopra le nostre abitudini mediterranee.

Parlo con tutti, attacco bottone con taxisti pachistani e con guardiani di cantieri camerunensi, con front man ( leggasi apriporta) di alberghi generalmente gialli ittero, piuttosto che con lifeguard forse, ma dicasi solo forse indigeni, il mio maccheronico inglese trae giovamento ed i miei interlocutori sottolineano la mia educazione e giovialità ( traducasi sfinimento dialettico ), rimanendo però escluso da un magnifico gruppetto di francesi, con grande contraccolpo psicologico che faticherò a somatizzare.

Ragazzi parliamo di tanta roba, la creme de la creme di un pasticcino per l'alta società, un anoressico platinato con un tatuaggio appena accennato che gli copriva tutta la schiena " life is art, live yours with love", un negretto con capigliatura Napo Orso Capo, identico al ballerino di Fame, con un orecchino a forma di croce lungo una spanna, due balene con grasso adiposo che debordava dai lettini, i quali si lamentavano per il supplizio di tale sostentamento, tutti intorno ad Ape Regina con burka all black modello Kabul ... ora più che mai ribadisco il concetto di non avere cugini oltralpe, tanto quanto non ne possiedo a Milano, dall'altra parte del Naviglio calcistico.

Necessaria citazione umana anche per siberiana che passeggiava con scarpe interamente ricoperte di folto pelo di jak, jeans con impunture di pelliccia di astrakan e giubbotto contornato di collo di bue muschiato, mentre tutt'intorno il mondo intero si stracciava le leggeri vesti in cerca di refrigerio, e per un elegante, colto indiano che in metropolitana costringe moglie e due figlie a stare in piedi, per cedere la seduta a figlio undicenne, erede della dinastia bengalese.

Il tramonto me lo godo tra le innumerevoli ed incalcolabili torri di Business Bay, un insieme pazzesco di costruzioni vertiginose dall'aspetto quanto mai stuzzicante per amanti di design, ingegneria, costruzioni e soprattutto fotografia, riesco a consumare una batteria del magico S 4 by Samsung nel giro di quattro ore, fortuna vuole per amici, conoscenti e parenti che non mi sia portato il mio solito armamentario fotoamatoriale .

Fa effetto vedere la ricostruzione dell'Address Downtown recentemente bruciato, mentre tutto intorno spuntano palazzi come funghi dopo un piovoso settembre sull'Appennino Tosco-Emiliano, ce n'è per tutti i gusti, forme e colori, con emozione sempre oltre ogni possibile controllo davanti al Burj Khalifa, illuminato dal sole calante, che si slancia come una lama infuocata verso gli 840 metri del suo attuale Guinness di palazzo più alto del mondo, trono a rischio per imminente completamento di palazzo a Jedda in Arabia, cui i locali hanno prontamente risposto con la posa della prima pietra del Dubai Creek Harbour.

E anche qua scatta il dubbio: non sarà che l'Emiro ha deciso di farsi anche lui lobotomizzare la materia cerebrale, stile partecipanti Red Bull competions ?

Ho visionato il plastico del progetto verificando che, dove ora non esiste assolutamente il nulla più assoluto, in dieci anni sarà completata una nuova parte della città con oltre duemila, corretto duemila, palazzi, corsi d'acqua creati nel deserto e ciliegina sulla torta building disegnato da Calatrava alto oltre mille metri, adibito solamente a ristoranti ed albergo, prenotazioni immobiliari disponibili dal primo ottobre presso sedi Emaar, società di famiglia dell'Onnipotente sceicco o al Dubai Mall, il supermercatino sotto casa con oltre mille e duecento negozi, ancora in continua evoluzione ed ampliamento.

Non dico di avere la nostalgia italica dopo solo due giorni di assenza, ma il varcare la soglia dell'Armani Cafe', Lounge, SPA, Albergo, Prive' ha sempre il suo fascino verissimo, con eleganza, classe, raffinatezza tipica del genio della moda italiana, con i car valet della sua location ancora disgustati da un nostro precedente arrivo su una utilitaria talmente concia che neanche l'ultimo dei rottamatori l'avrebbe ritirata.

Continuo poi la ricerca di spunti degni di nota con il recentissimo Billionaire, struttura che ben presto sarà un cult, anche grazie a tonalità accattivanti e scenografiche coreografie, che riproporranno certamente  le epiche gesta di briatoriana firma a Porto Cervo, Monaco, Londra e dall'estate prossima Mikonos, ove vengo accolto con estrema educazione e professionalità da Stefano, ragazze, adorate lettrici di queste novelle universali, se passate in zona cercate di conoscerlo ....non aggiungo altro !

Sono a pezzi, tutte le mie giunture ed articolazioni chiedono pietà, ho provato ad evitare ogni tipo di ascensore, scala mobile, tapis roulant ed ora ne pago le conseguenze, con il fisico che non regge e si rivolta protestando con le poche energie rimaste in corpo, l'acido lattico è trasformato in jogurt di greca consistenza ed i passi si susseguono più meccanicamente che volontariamente, ma ogni sguardo è una novità, un susseguirsi di emozioni, un rincorrersi di fantasie.

La mattina mi porta la lieta novella di due profonde vesciche createsi nottetempo, non ci bado, stringo stoicamente la dentiera e mi metto in moto alle sette locali per massimizzare il tempo di permanenza in loco, breakfast like always and as usual really wonderful, prima del bagno, doccia e lampada solare tutto incluso nel pacchetto mattutino, per poi decidere di acchiappare il water jet che, bordeggiando Dubai Marina, permette una visione del tutto inusuale ed inaspettata della costa, punteggiata, orlata ed arricchita da innumerevoli amenità per occhi ed obiettivi fotografici, tra cui si staglia l'isola personale del padrone di casa, con transatlantico ormeggiato nella baia tutta sua, ed una serie di novità logistico ingegneristiche che stanno richiedendo l'intervento di tecnici espertissimi e dì lavoratori di bassissima manovalanza da tutto il mondo, per costruire isole artificiali, ponti sospesi, alberghi galleggianti.

Arrivo puntualissimo a Bur Dubai, evito l'ennesimo giretto tra venditori di cianfrusaglie, spezie, tessuti, apparecchi elettronici e chi più ne ha più ne metta, ma non riesco a resistere ad uno stop and go per qualche altro scatto al Burj Khalifa, spreco un biglietto della metro e scendo giusto ai piedi di questa meravigliosa pazzia, illuminata dalla solita stella solare che qua non trova mai alcun ostacolo nebuloso, risalgo in tempo per assistere alla multa di un malcapitato che aveva osato appoggiarsi allo scompartimento ipocritamente riservato alle sole donne ( che poi in separata sede vengono frustate e martoriate ) e ritorno in spiaggia per l'ultima oretta di placido relax.

Anche per noi adulti le favole hanno un termine piacevole, un epilogo positivo, un ci si augura lieto fine, ed eccomi pertanto sulla strada del ritorno, punto verso nord ovest, conscio dell'ennesima sempre piacevolissima sensazione che assaporo in questi paraggi,uguali ma sempre diversi ogni volta, avendo la grandissima fortuna di venire accolti dall'ordine, dalla pulizia, dal rispetto, dall'eleganza, ed anche dall'educazione di chiunque tu incontri .

Piccolo esercizio di fantasia: pensate allo zero assoluto, al vuoto cosmico, cercate di segnarlo sulla crosta terrestre e vi vedrete proiettati nel nuovissimo aeroporto Maktoum International, ipotizzato per snellire l'ormai ingovernabile traffico delle decine di milioni di persone che arrivano ogni anno da qualunque area del pianeta, ed in questo momento il palcoscenico di un film horror post conflitto nucleare: mai visto un posto simile, brillante ed accecante ma assolutamente deserto, senza passeggeri, senza segnali di vita, senza quel vociare tipico della frenesia pre partenza.

Dicono che appena terminato verrà via via abbattuto, per far posto durante i vari work in progress a terminal sempre più faraonici e mastodontici, in attesa del gran finale per Expo 2020, evento per il quale si sta già alacremente lavorando per la più che perfetta riuscita.

Chiosa finale lasciando il dubbio se in questa realtà molto fuori dal mondo abbiano più fantasia, soldi o pazzia, comunque "a me mi piace" sempre tanto, tantissimo, tantissimissimo !