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Talvolta, per non dire spesso, per concludere con un quasi sempre, le sorprese misteriose, a lungo ammantate da cortine fumogene svianti riescono ad essere il centro di gravità permanente dell’emozione e dell’entusiasmo: così potrei tratteggiare il prologo di questa estensione vacanziera di metà settembre, necessario e quanto mai apprezzato gift dopo un ferragosto quanto mai malinconico e acquerugioloso .
Cercando di trattare il costo dei diritti d’autore che sarò costretto a sborsare per la citazione non proveniente dal mio emisfero cranico, questo long love weekend a Formentera viene da Annie accolto con un sorriso da un orecchio all’altro padiglione auricolare, gli occhietti sono quanto mai vispi e malandrini, i saltini si susseguono pur contingentati dalla sveglia alle 3,54 a.m.
Era tanto che non decollavamo da MXP 2, qualche sguardo distratto agli ultimi colpi di belletto dati all’insieme in vista dell’ormai imminenti sperpero planetario Expositivo e già ci guardiamo intorno lungo la superstrada che collega direttamente l’aeroporto con l’imbarcadero di Ibiza, strisciata molto dolorosa della Visa Gold e simultaneo traghettamento destinazione Paradiso .
Trascorriamo quattro giorni di full and total immersion da sogno in una casa boutique, stile hotel di charme, magnanimamente messa a disposizione da un amico che per il resto della mia esistenza terrena rimarrà sul podio della riconoscenza eterna.
L’abitazione è fantastica, elegantissima, ricercate e curata in ogni minimo dettaglio ma per ovvi motivi legati all’operato delle Fiamme Gialle ogni riferimento relativo all’identità del proprietario è coperto da totale segreto tombale .
Siamo stati a Formentera plurime volte , con le più svariate compagnie, nelle più disparate occasioni, ma ogni volta di più restiamo esterefatti, ammutoliti, basiti per non dire sconvolti dalla bellezza del tutto, ogni cosa ci appare strepitosa ed i commenti troppo spesso ripetitivi verso l’eccellenza.
Inizio scontato a verso Espalmador per ricevere la prima stilettata al basso ventre : il tempo è eccezionale, mai stato così caldo e leggermente ventilato in tutta l’estate, le spiagge con il giusto tasso di densità umana, i colori straordinariamente cangianti nella più svariate tonalità comprensibili dall’iride oculare, con interminabile disquisizione che troverà solo nei posteri l’ardua sentenza: meglio il finora certo di Illetes o l’incerto ma adesso amatissimo LLevante ? .
Cena sul lungomare di Es Pujiols, nell’elegante e quasi fin troppo raffinato Bocasalina ( lo stile e le abitudini locali prevedono solitamente ben altro look e aplomb), con cucina comunque di gran livello e scorcio visivo da cartolina digitale, dopo aperitivo sottotono al Beso, ex mitico e glorioso Big Sur .
Tante cose sono mutate o stanno cambiando, si cerca in tutti i modi di frenare gli eccessi e le follie delle fiumane di tricolori nostrani che monopolizzano da sempre l’isola, ma i divieti ed i limiti a musica e divertimento stanno svilendo lo stile trasgressivo e calamitante che rendevano le spiagge al tramonto un qualcosa di unico al mondo .
Nel nostro caso lo splash del disco infuocato all’orizzonte è coinciso con una dichiarazione di intenti ed una promessa di volontà che, iniziata nel più agghiacciante dei modi, si è poi trasformata in un patto di sangue per il prolungamento incondizionato dei 630 milioni di secondi passati insieme dal duo Annie & Paul .
Le mode cambiano, i locali si trasformano, molte attrazioni cambiano stile, insegna, destinazione d’uso, non esiste più il Baci & Abracci, il sofisticato Can Vent ha alzato bandiera bianca gettando la spugna , il NeroOpaco è diventato un ristorante come tanti altri, il The Beach dai camerieri modelli scultorei ora è un deserto ed anonimo sushi bar, ora il must venti quattordici è a Es Calò con il chiringuito Amor Y Odio che ha preso il sopravvento degli storici Blue Bar, Lucky e Tiburon, ed anche il sacro rito del tramonto viene ora vissuto allo scomodissimo e lontanissimo Cap de Barberia, con comunque un faro di indubbio fascino e bellezza .
Il passa parola, fondamentale tam tam di comunicazione di esperienze ed aneddoti, ci porta a conoscere il Canapepa, altro ristorante veramente “giusto”, questa volta nella piazzetta di San Francesc, ove il solito italiano piacione ha pensato bene di costruirsi il business e la sua seconda, per non dire forse anche terza vita .
Riviviamo certe emozioni passate andando a rivedere le precedenti unità abitative già gettonate, il fin dal tempo poco rassicurante Silvano di Casa Fara sembra essersi perso tra le nebbie del border line con la giustizia mentre Pedro faccia d’angelo ci accoglie sorridente visto che in quest’occasione non deve proporci la diabolica cuenta che ci aveva tramortito nel pur lontano 2010 .
Effettivamente tutto è molto caro, costoso e se vogliamo essere positivo, poco conveniente, con certe esagerazioni in riva all’acqua cristallina che metterebbero a dura prova anche la pazienza di Giobbe, ma tutto è un sogno e continuiamo a perdere il contatto con la realtà e con il senso del tempo, vivendo una favola che vorremmo non finisse mai .
Piccola nota del redattore sui personaggi incontrati: nota di plauso alle comitive di Galline in Fuga e di Prodotte Genuine Italiane , femmine allo sbaraglio o meglio al cucco sperato tutte agghindate con t shirt e cappellini con il grido di guerra ben in vista, ai valsesiani che a vacanze terminata si chiederanno ancora il giochi di ruolo interpretati nel corso del loro menage a trois, alla vita di avventure ed emozioni di due tour operator romani che avrei ascoltato rapito e sognante per giorni e notti intere .
484 fotografie, la maggior parte delle quali dedicate al profilo, alla figura, alla silhouette della Signora sono il souvenir di questo sogno di fine estate, le gambe non vogliono accettare l’input al movimento, abbiamo uno sguardo perso, intontito pur senza essere passati nelle bolge dantesche ed infernali dei divertimentifici ibizegni ma la sola, unica ed ineluttabile verità è che Formentera non ha eguali e che definire sacrificio e dolore il salire la passerella del battello che ci riporterà verso casa sarebbe semplicemente un eufemismo riduttivo