GRECIA - GIUGNO 2003

Scrolla il testo per leggere

Si dice che la Grecia sia la culla della civiltà, della cultura, dell’arte, della storia, della mitologia, della leggenda, noi passiamo sopra a tutto ciò e badando solamente all’aspetto ludico-consumistico approfittiamo per il secondo giugno consecutivo dell’ospitalità alberghiera ellenica.

Fendiamo le tenebre monzesi di una nottata che promette solamente ennesime giornate torride e sfidiamo chiunque ad ammettere di aver mai sentito la Livingstone Energy, vettore aereo che ci accoglie su un aviogetto benodorante di nuovissimo ma dalle finiture  interne di un arancione talmente flash da svegliare la cornea di un notoriamente daltonico come lo scrivente.

Viaggio praticamente irrisorio e primo inserimento nella lista dei personaggi da menzionare grazie alla lingua sciolta del comandante dell’Airbus che snocciola ogni tipo di informazione circa rotta, posizione, clima, prelibatezze culinarie delle terre di destinazione, bellezza delle hostess, guerre svoltesi sotto di noi…per favore fatelo tacere !!.

Mykonos, meta del primo scalo, ha la fama di essere trasgressiva tanto quanto e forse più di Ibiza, ma se la prima persona incontrata dopo aver messo piede nell’aerostazione, il bel fustacchione del tourist office,  mi invita a richiamarlo dopo aver semplicemente chiesto una cartina dell’isola, ciò mi sembra un po’ troppo…

Traghetto veloce tra le isole delle Cicladi ed arrivo a Naussa in tempo per addentare il buffet gentilmente predisposto dal sempre efficientissimo staff del Venta Club tra cui si staglia la portentosa figura dell’addetto ai massaggi shiatzu che, sprizzando ormoni maschili da ogni poro, ci invita a nuove “esperienze introspettive”, impossibili da concretizzare causa mancanza di armatura protettiva.

Prima che il cielo stellato faccia risplendere migliaia di occhietti brillanti, commentiamo allegramente la figura dell’autista del pulmann locale che chiede a noi inermi turisti per la prima volta in loco indicazioni circa la strada per giungere al porto, il mostruoso volume fisico delle due animatrici del baby club, ragazze veramente “di peso”,   e quella dell’animatore che con la scusa di comprare un pacchetto di sigarette ha abbandonato famiglia, amici ed averi partendo a rotta di collo causa tragiche defaillances della propria squadra del cuore precipitosamente crollata nel baratro dell’italica serie C calcistica ( si vede che non era abituato a soffrire come noi interisti perdenti cronici….).

Usucapiamo con la violenza un peschereccio con annesso marinaio incartapecorito  che dirottiamo dall’altra parte della baia, raggiungendo la bianchissima Naussa che ci abbaglia con un susseguirsi di angoli pittoreschi e di abitazioni incantevoli che chiedono soltanto di essere fotografate.

Non mi sottraggo certamente al più piacevole degli hobbies e scatto senza pausa immortalando quello che universalmente verrebbe definito il tipico villaggio cicladico.

In crisi di astinenza quasi fobica da mancanza di chilometri percorsi, affitto uno scooter e con il mitico Nonno Ango risalgo mulattiere e percorro infimi sterrati alla scoperta della macchia mediterranea più tipica che incornicia calette e strapiombi di questo meraviglioso angolo greco che ci sta facendo provare dei veri e propri brividi di emozione, il tutto cosparso da un sole meraviglioso, da un cielo che non richiede polarizzatore e da un venticello che neanche su ordinazione sarebbe stato più corrispondente alle nostre esigenze.

Nel pomeriggio anche Annie parte alla scoperta di cumuli di granelli di sabbia formanti invitanti battigie prospicienti mari cristallini mentre i due marmocchi in appena 48 ore di permanenza hanno già preso pieno possesso della realtà, girovagando con la massima scioltezza e conquistando la prima fila al momento dell’aperitivo con una naturalezza che lascerebbe basito il super presenzialista ed iper trandy Giangi.

Piccola nota del redattore: fa un certo effetto essere sempre stati considerati animali notturni ed animatori delle serate di gruppo per poi essere accompagnati a nanna da due mocciosi di quattro e sei anni che poi escono per godersi lo spettacolo dell’animazione sotto la luna piena.

Seguo l’indomito e mai stanco escursionista, viaggiatore, sognatore, scopritore, vagabondo Ango che, non contento di due gite in due giorni, abbandona quasi all’alba il villaggio puntando dritto dritto su Santorini ( ovviamente da lui già visitata ) che si para davanti ai nostri occhi ma soprattutto davanti ai nostri zoom fotografici in tutto il suo splendore: esistono migliaia di statistiche concernenti la scelta delle otto meraviglie del pianeta terra, ognuno di noi da il suo parere ed il suo giudizio, nel mio piccolissimo ( tra l’altro in tutti i sensi…) senza alcun dubbio rimango sbalordito ed elimino altri concorrenti al titolo.

Uno strapiombo di oltre trecento metri a picco sopra un mare  cobalto, effetto di esplosioni sismiche e cataclismi geologici, fa da scenario sublime a questo paesino multicolore incastonato nella roccia vulcanica  come una gemma su una corona reale, ordine, pulizia, organizzazione ed ospitalità fanno il resto degli ingredienti di un mix dal fascino indimenticabile.

Faccio riposare l’esausto diaframma e mi dedico, almeno così auspicavo, al totale “svaccamento” under the sun, ma mentre Annie ed il tarantolato Ango si danno alla cultura più sfrenata tra le rovine della mitologica Delos, io passo la giornata a vestire, cambiare, lavare, accudire e sfamare i due pargoli che oggi proprio oggi non sufficientemente divertiti dalla gang formatasi al mini club esigono ulteriori attenzioni paterne.

Neanche una camicia di forza ed una palla al piede stile Sing Sing riescono a fermare il moto perenne del Super Nonno che prima del canto mattutino del gallo ellenico si inerpica su ciottolose colline fronteggianti l’egeico mare con un passo che farebbe invidia ad uno scout boscimano nel veld della boscaglia africana.

Noi quattro invece non facciamo altro che godere dei pregi, delle qualità e dei conforts messici a disposizione dall’organizzazione all inclusive che ci rimpinza la panza di ogni leccornia a ciclo continuo e senza alcuna remora noi approfittiamo di ciò riempiendo la sacca intestinale ed abbeverando i condotti linfatici.

Il tempo passa inesorabile, facciamo una comparsata di gruppo sul proscenio dell’anfiteatro del villaggio, mentre Annie tra sigle, balletti, scenette e sketch  vari ribadisce il suo talento artistico e soprattutto  il suo apprezzamento allo stile vacanziero made in Ventaglio.

Ennesima giornata dedicata allo scurimento delle squame corporali e mesto arrivederci a quest’idilliaco sito che ci ha concesso giornate memorabili, grandi divertimenti infantili ( compreso il nostro primo parco acquatico completo di inclinatissimi scivoli ed interminabili toboga precipitanti nel vitreo liquido sottostante ), incommensurabili scatti fotografici, piacevolissime digressioni storico-turistiche.

Abbiamo curiosato nella fascinosa e peccaminosa Mykonos, abbiamo bordeggiato la selvaggia Ios, abbiamo più che ampiamente fotografato gli intriganti scorci di Pirgos, Fira e Oia generalmente accomunati nell’unica definizione di Santorini, abbiamo traghettato intorno ad Antiparos, abbiamo ampliato la nostra conoscenza archeologica tra i reperti di Delos, abbiamo attraversato le linde e tipicissime Marpissa, Pounda, Parkia, Naussa e Piso Livadi rimanendo ovunque sbalorditi dall’intrigante fascino. 

Ma ci sarà pure una pecca a tutto ciò ?

Spremiamo i neuroni cerebrali, anch’essi abbronzati, e con gran fatica ammettiamo che il retrogusto della Coca Cola disponibile in loco  non denotava la migliore annata del divino nettare di Atlanta