MAR ROSSO - OTTOBRE 2002

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Per la prima volta nella nostra ormai pluriennale scampagnata autunnale in cerca di calore solare, allarghiamo la nostra partecipazione vacanziera ad amici, aggregati e imbucati dell’ultimo minuto e mischiandoci con i nottambuli facenti rientro da varie balere della profonda Padania per obliterare il ticket in Malpensa a notte veramente fonda.

In un clima da tensione internazionale alle stelle dovuto a recenti esplosioni in Terra Santa, fughe di gas nervino in territorio post-comunista, pallottole vaganti negli stati confederati, ci ritroviamo a fronteggiare il rischio di errori di puntamento della piccola e dolce Annie, trionfatrice a mani basse del titolo di artificiere dell’anno causa precisione svizzera  nel calcolo della non certo agognata sveglia mattutina.

Partiamo, ovviamente con direzione sud e, variazione sul tema, tanto per cambiare, una volta in più, dirottiamo l’aviogetto verso l’ormai nostrum Mar Rosso che ci attende pigramente adagiato ai lati del torrido ed infuocato deserto africano interrotto, non si sa bene ancora per quantio, da una ridottissima lingua di catrame pomposamente denominata aeroporto internazionale di Marsa Alam.

Giungiamo alla nuova acquisizione del Venta Club e non certo metaforicamente fulminiamo la malcapitata quanto incapace addetta al traffico che osa separare ciò che Dio ha unito, lasciando la premiata famigliola ben due ore a rischio di diaspora alberghiera.

Capendo la malaparata e sinceramente preoccupata per la sua incolumità psico-fisica dovuta alla settantatreesima richiesta di sistemazione nelle non giustamente assegnate camere, prima della lapidazione in tronco, esaudisce le nostre richieste e per questa volta salva la pellaccia.

Tocchiamo con mano il vero significato etimologico dell’espressione “dormire come sassi”, 21 ore filate di spostamenti, check-in, randez-vous, meeting, cocktail di benvenuto ci stremano al punto da non riuscire neanche a darci la buonanotte.

Spalanchiamo le palpebre al cospetto del nulla infinito, siamo veramente ai confini dello scibile conosciuto, non ci sorprenderebbe certo vedere carovane di tuareg, miraggi d’oasi verdeggianti, abbandonati villaggi fantasma, conturbanti danze delle famose 72 vergini promesse agli esaltati palestinesi.

Oggigiorno nella comunicazione commerciale è stata ammessa la pubblicità comparativa ed allora ben vengano le offerte di tour operator cui dare il nostro illuminato parere: non c’è Sharm, Hurgada, Dahab, Makadi, El Queser che tengano, di fronte al resort, non impeccabile e sicuramente migliorabile,  esiste uno spettacolo naturale veramente abbagliante e sublime, dominano acque cristalline, palme lussureggianti, barriera corallina prospiciente di raro fascino ed assoluta bellezza.

Ultimamente, giusto per complicare la vita, anche i mestieri più conosciuti sono stati nominalmente ingentiliti quindi lo spazzino è diventato l’operatore ecologico, il bidello si chiama ora personale para-scolastico, adesso sappiate che il rompicoglioni viene appellato come tale interprete ambientale: mai soldi furono peggio spesi da un’organizzazione turistica per stipendiare alcuni facinorosi eco-verdi che c’impediscono di toccare, sfiorare, avvicinare alcunché, respirare se non dove e come dicono loro, mitico Teo quando finalmente fonderai il partito grigio dell’inquinamento e dell’industrializzazione selvaggia??.

Non esistendo alcun mezzo di locomozione atto agli spostamenti esterni dal nostro rifugio pecatorum, pilotiamo un cimelio abbandonato da qualche disorientato  driver della Parigi-Dakar notevolmente fuori rotta e riusciamo a mettere il naso fuori o meglio i piedi in acqua in una baia che sarebbe praticamente impossibile descrivere, per questo fidatevi, venuteci o andate direttamente nel sito del vostro straordinario ed adorato cantore per prenderne visione pupillare.

Pina la rana nana, molto pseudo responsabile dei trasferimenti degli ospiti ha colpito ancora e dal basso del suo metro e tanta speranza di crescere ha cercato per l’ennesima volta il colpo gobbo, forse a questo punto su precisa indicazione d’Annie, per liberare la biondissima milanese dal giogo coniugale, organizzandone un impensabile rientro in terra italica via marca veronese, ennesimo capolinea delle speranze calcistiche della scalchignata compagine rossonera.( che sofferenza vedere gli highlights del trionfo interista in campo europeo a migliaia di chilometri di distanza).

Evitiamo la creazione di dolorosissime piaghe da decubito dovute all’eccessivo poltrire sui lettini abbronzanti compiendo dei bradipi movimenti di lentissimo avvicinamento ai vari grill, snack, buffet sparsi in ogni dove di quest’assolata dimora nella terra dei faraoni.

Aggiungiamo al consumo di due o tre calorie la sbracciata a pelo della meravigliosa barriera di corallo, interrotta più dalla voglia di rispondere ai richiami dei succhi gastrici in perenne attività che da effettiva intenzione  di rientro alla base, raggiunta dopo la breve ispezione dei nulli dintorni effettuata a scrocco sulla brum del capo che non aveva uno pssst nella gomma, unico mezzo utilizzabile se si escludono il piede sinistro seguito da quello destro.

Mi aggrego, questa volta tirando fuori gli euri veri, alla promenade del Colorificio Milano che offre una gita premio ai suoi aficionados clienti ed allora, tra discussioni vertenti su smalti, lamiere e verniciature a forno, rischiamo il più tragico degli sbroffi stile sbornia devastante imbarcandoci su un qualcosa che più o meno stava a galla.

Pinneggiamo dietro la super tatuata biologa ingoiata per l’ecosistema e prima di metterle le mani addosso per ricevere indietro i nostri soldi veniamo letteralmente assaliti da due branchi di delfini: è stato veramente emozionante effettuare quest’esperienza, ripetibile solo in Brasile e alle Hawaii, nuotando, giocando,osservando la grazia e la simpatia di queste meravigliose creature che ci sfiorano emettendo gridolini estasiati che fanno eco con le nostre esclamazioni di stupore.

Gran finale di giornata con gli ormai scafatissimi calpestatori di palcoscenico Cocò e Tommy che vengono affiancati dalla poliedrica mammina tuttofare che calandosi nella parte dell’ospite più che soddisfatta si lancia con entusiasmo nel guest-show avvicendandosi nei succinti panni vuoi di una provocante valletta, vuoi di una grintosa commediante, vuoi di un'eterea sonnambula, vuoi di una  scatenata ballerina riscotendo il sincero plauso ed applauso del pubblico maschile, il tutto come sempre condito del satanico sbuffo di Maometto che non cessa un momento di arruffarci le lunghe chiome.

Rapidissima carrellata di coloro che si stagliano sull’orizzonte: il sensualmente enigmatico Benny, affascinante coinvolgitore umoristico, il trascinante Saverio, ammaliante strimpellatore musicale, lo sportivissimo Davide Mastro Lindo, insegnante di sub che non sa nuotare e si circonda la chilometrica circonferenza toracica con una ciambella con le paperette, lo scafatissimo Alessandro, capo villaggio vincitore di tutte le battaglie organizzative ( e non solo quelle !!), il misterioso ed enigmatico carismatico Bruce, simbolo dell’ormone maschile e ultimo ma non ultimo Luca, nella parte di Luca, animatore da sempre e trascinatore per sempre.

Ed ora la cosa più difficile, rientro a casa e dubbioso sfogliamento del catalogo Venta Club alla ricerca della prossima, già agognata meta vacanziera.