OLTREPO' PIACENTINO - MARZO 2017

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Per la serie dei film "Pochi ma buoni", degli sceneggiati "Meglio soli che male accompagnati", delle telenovelas "Tre il numero perfetto",  con un rapidissimo giro di messaggi virtuali decidiamo di rinverdire i fasti del Motoclub Sporting, nell'arco di una domenica che di invernale ha sinceramente molto poco, per non dire nulla.

Ce la prendiamo assolutamente con calma serafica, appariamo praticamente come dei bradipi spiaggiati sotto il sole rovente, con movimenti al momento tutt'altro che dinamici e scattanti, ci troviamo ai nastri di partenza di questo girettino fuori porta non prima delle dieci di mattina del giorno del Signore 26 febbraio mentre scorreva l'anno domini ventidiciassette.

Breve brief toponomastico, iniezione di caffeina canticchiando stile Gino Paoli Tre amici al bar, ripasso delle regole del mentore motoristico Nico Cereghini , che consiglia/impone casco ben allacciato e luci accese, high five di rito e sgasata autostradale fino a Castelnuovo Scrivia: memori del mostruoso esborso di marenghi, sesterzi e dobloni di Mister Ice Eyes, che ha riempito le fauci affamate di autovelox poco concilianti, optiamo pertanto per una velocità di crociera assolutamente nella norma e iniziamo a macinare chilometri lungo la Milano Genova.

Voghera viene dimenticata molto più che facilmente, scivolando sotto i nostri copertoni come sabbia tra le dita, Salice Terme viene saltata a pie' pari non suscitando in noi alcun INTEResse, mentre proseguiamo tranquillamente tra i dolci declivi delle morbide colline dell'Oltrepo' Pavese .

Il timore reverenziale si affaccia ben presto sul manubrio del mio scooter al cospetto dei motoroni reduci dalle sabbie pietrose del Rally dei Faraoni cui mi affianco, sembra di essere tornati ai tempi delle uscite con la ragazza figona e l'amica brutta ma simpatica, faccio finta di niente, mi accodo a loro, cercando di non dare nell'occhio, pur conscio di essere il brutto anatroccolo in un contesto di cigni reali.

L'arrivo a Zavattarello, antico borgo arroccato sulle pendici ricoperte di vitigni proprio al confine tra il pavese ed il piacentino, fa scoccare il momento agognato del combattimento tra succhi gastrici che si lanciano in uno strenuo match di wrestilng per abbattere il tasso di trigliceridi dato da salumi nostrani, timballi di salsiccia, tagliatelle ai funghi, tortelli al burro agreste, ravioli al brasato ed ogni sottospecie di dolce della casa.

Il manto stradale è eufemisticamente poco uniforme, rimbalzi e scossoni si ripercuotono sull'avantreno delle nostre due ruote, mettendo a dura prova le clavicole dei riders che continuano imperterriti il percorso ipotizzato, in un contesto decisamente a noi sconosciuto, non straordinariamente appagante dal punto di vista emozionale, ma comunque decisamente soddisfacente, pur considerando zaffate olfattive di Mucchel numero 5 provenienti da ogni tipo di stalla e di campo concimato.

Inventiamo di sana pianta il tracciato, passando per stradine veramente ine, in mezzo a stazzi, cascine e stalle, salendo notevolmente di altitudine, per giungere tra bellissime conifere al Passo del Penice, ove lo scrivente vede la sua prima neve stagionale.

Bobbio è veramente un paesino incantevole, ha una storia, una cultura, un'arte ed una tradizione più che millenaria, visitiamo torri antiche, abbazie e monasteri risalenti all'epoca longobarda e forse anche precedente, attraversiamo la mitica Via Francigena immedesimandoci, almeno mentalmente visto che siamo in sella a rombanti puledri meccanici, con i pellegrini stremati dal cammino di redenzione, imboccando poi lunghissimi rettilinei verso Piacenza, lungo il corso dello Scrivia, che ci appaiono come un falsopiano defatigante dopo la discesa a capofitto dalla Straif di Kitzhbuel.

L'ultima sosta viene effettuata nel corso di una deviazione dalla strada maestra, lungo un rapido susseguirsi di veloci saliscendi da quinta piena e manetta tutta aperta a chiodo, con visita al castello di Rivalta, molto ben restaurato e mantenuto, con annesso borgo medioevale estremamente pittoresco, ove incontriamo la Duchessina Caterina Carlotta Camilla Carolina Casilda Casimira Candida Calpurnia Camelia Landi la quale ha l'improbo compito esistenziale di esigere il pedaggio ai viandanti che intendono visitare la sua residenza, torlupinando loro con fare molto svogliato otto euro a capoccia per varcare la soglia della dimora, che Santo Imu la colpisca con violenza.

Mentre sulla pianura Padana scendevano le prime ombre della sera prendiamo l'entrata di Piacenza per fare ritorno verso la capitale della Brianza, che raggiungiamo dopo 352 chilometri di un trip veramente piacevolissimo, tra gusti, colori, sapori, vedute, paesaggi, monumenti che ci fanno capire ancora una volta quanto sia unica, inimitabile ed eccezionale la Nostra Italia

Grazie Luca, Franco e Paolo, alla prossima, speriamo presto, meglio ancora prestissimo.