TUNISIA - GIUGNO 1999

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Si dice che le vie del Signore siano infinite, purtroppo la strada incatramata che porta alla Malpensa è solo una e, se bloccata come in questo caso, obbligatoriamente l’inerme e malcapitato viandante destinato al mega hub del 2000 lombardo viene costretto a compiere peripezie automobilistiche da codice penale o meglio da esecuzione sommaria senza possibilità di appello. Per una volta però l’italica consuetudine del ritardo ad oltranza ci è amica per cui le tre ore accumulate vengono generosamente abbonate e riusciamo a prendere la direzione delle stelle stremati, accaldati, innervositi, assetati ma più che soddisfatti. Tutto è bene ciò che comincia bene, dicevano gli antenati ed allora per concludere in bellezza questa introduzione all’ultima scampagnata fuori porta dei Caprotti, accompagnati anche dalla neonata creatura naturalmente a schiena, eccoci deliziati dalla sinfonia capriccio in pianto maggiore di un Cocò alquanto irato con la compagnia di bandiera e dal mancato atterraggio con conseguente secondo tentativo di un conducator decisamente alle prime armi con cloche e manette. Il gruppo al quale ci siamo aggregati è assai omogeneo, caratterizzato dalla presenza pressoché esclusiva di lombardi doc, tutti iscritti per lo meno a quattro bocciofile nel trevigliese, tre sedi della Lega più dura, svariate polisportive della bassa bresciana attrezzate alla caccia all’extracomunitario, con età media vicina al paleozoico tasso etilico da ritiro a vita della patente per trattori. Riapriamo gli occhietti in un’oasi battente bandiera dei Viaggi del Ventaglio in riva al mare nei pressi di Djerba, isoletta placidamente collocata presso le coste nordafricane, ed un vero miraggio si pone davanti ai miei occhi ancora incerti e doloranti: spiagge immense, piscine a perdita di campo visivo, acque cristalline, accattivanti ed attraenti, alito di Allah che ci ricopre con una piacevolissima brezza sotto un sole che più leone non si può. La formula “tutto a gratis” è sicuramente un sollucchero ma altrettanto una complicazione per il nostro apparato digerente: colazioni, pranzi, cene, spuntini, break, sfiziosità, tramezzini e sorprese il tutto innaffiato da ettolitri di coca al gelo fanno si che le giornate sotto il sole africano siano scandite dal susseguirsi degli appuntamenti culinari. E se ciò non fosse abbastanza, mega torta per l’ennesimo festeggiamento del compleanno del Fenomeno, immediatamente assurto alla posizione di capo-villaggio: lo conoscono tutti, lo salutano ospiti, camerieri, cuochi, animatori per non parlare poi del codazzo fisso di tre bambine che lo aspettano tutto il giorno nella speranza, spesso vana, di un suo gesto di magnanimo saluto. Personaggio del giorno il tapino della sicurezza che convertitosi al credo del Dio denaro, per due lire in croce passa la giornata a fare la bella statuina sulla spiaggia rovente con una divisa di fustagno trapuntato di alpaca andina. Tra intraducibili dialoghi in bergamasco strettissimo, scricchiolamenti di apparati masticatori ed eruzioni cutanee da ustioni solari, riusciamo a ritagliarci ben sette minuti e venti secondi di privacy per un bagno idilliaco, dimenticandoci per un istante i dittatoriali aut-aut di pannolini, pappe, meconio, colostro e rigurgiti vari. Oggi è stata la giornata delle sorprese: - notevole è scoprire di aver superato tranquillamente i 40 gradi senza accorgersi di nulla, - indispensabile è la coperta di pelo di jak himalaiano sui sedili dei taxi locali, - veramente micidiali le lingue di fuoco che si sprigionavano dal catrame bitumato ormai praticamente liquido al passaggio dello scooter locato dal vostro adorato scrivente, - decisamente scadente, sotto ogni punto di vista, l’impatto emotivo, psicologico e soprattutto pratico con i tre Club Med sull’isola: siamo di fronte alla caduta di un mito, - deprimente la serie degli sfottò dei bambini circostanti alla luce dei miei scarsissimi risultati alle prese con formine e secchielli. Si dice che la fame vien mangiando, in questo caso i nostri vermi solitari potranno stare tranquilli per gli anni a venire, abbiamo veramente esagerato con ogni tipo, genere, qualità e quantità di prelibatezze il tutto abbinato al più totale ozio e relax, questa si che è vita. Complimenti vivissimi alla vecchia lercia che, forse nella speranza di un ultimo incontro corporale con qualche nullafacente locale, ha provveduto bene di non salire in tempo sull’aeromobile costringendo l’aviogetto ormai in fase di rullaggio avanzato ad un rapido dietro-front per il prelevamento della trionfalmente acclamata megera. Piccolo consiglio a tutti voi: andateci quanto prima!!!