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Giusto per aggiungere un po’ di movimentazione personale e psicologica all’ormai prossimissima partenza per la misteriosa ed affascinante isola di Zanzibar, regalo natalizio che abbiamo deciso di dedicarci in occasione della ormai purtroppo più consumistica che passionale ricorrenza di San Valentino, faccio un round trip in giornata a Barcellona per un happening di telecomunicazione futuristica.
La capitale catalana, oltre alle innovazioni tecnologiche di ultimissima generazione propone un clima degno del nostro più tiepido giugno, con annessi e connessi comportamenti tipicamente mediterranei, peccato solamente ricordarmi di essere al 10 Febbraio con relativo rientro in serata nell’umida, fredda, piovosa e, al confronto, assolutamente inospitale Milano.
Il tempo di riaffrontare statistiche, dati, progetti, previsioni, piani di vendita, analisi di marketing applicato, sviluppo di tour itineranti per la testata più glamour tra quelle dell’editore che rappresento ed eccomi di nuovo su di una pista di decollo senza neanche essere passato dal via e nemmeno aver fatto rintoccare la ventesima ora dal precedente atterraggio.
Ovviamente non possiamo esimerci dal ridare massima fiducia all’attualmente impareggiabile organizzazione del Ventaglio che premia la nostra fedeltà aprendoci le porte del resort denominato Karibu, sull’infinita distesa di sabbia bianchissima di Kwenga sulla costa orientale dell’isola prospiciente il continente nero, giusto di fronte a quello che un tempo era il fascinoso Tanganika.
Tranne l’insonne Annie, sempre alle prese con l’assoluto rifiuto all’appisolamento aereo, i tre bimbi di casa Caprotti calano praticamente immediatamente la palpebra, che viene ermeticamente tenuta serrata per tutto il comodissimo tragitto che ci vede raggiungere i tanto sospirati 36 gradi locali.
E qui, quasi da copione, scatta il dramma che rovina la festa: per la prima volta in vita nostra non riceviamo una valigia con ovvie conseguenti difficoltà e perplessità, che si concretizzano in una immediata sequela di improperi scurrili e volgari in perfetto dialetto swahili sussurrato quasi perfettamente.
Non mi sembra il caso di fare particolari riflessioni sociologiche ed antropologiche, bastano pochi attimi ed un semplice sguardo a ciò che ci circonda per capire le condizioni di assoluta povertà, di drammatica indigenza e di totale sconforto in cui versano le persone che incontriamo nel tragitto che ci separa dalla solita cattedrale nel deserto costituita dalla struttura alberghiera di stampo occidentale.
Arriviamo comunque a destinazione allietati, se così si può dire, dalla compagnia dell’anello mancante tra uomo e scimmia, un trucido
energumeno di Cerignola pugliese che riesce in ogni modo a farci pentire di essere suoi connazionali, con espressioni, gesti e comportamenti che in tutti gli astanti provocano immediatamente astio, risentimento ed immediata richiesta della materializzazione dei bianchi incappucciati del Ku Klux Klan .
Ci leghiamo la lingua, facciamo finta di niente ed immaginiamo la tortura infinita di coloro che lo dovranno sopportare all’infinito, giorno e soprattutto notte …
L’oceano è straordinario, caldissimo, variopinto, accogliente, invitante come tutta questa realtà in cui ci immergiamo con grande piacere e perfettamente a nostro agio nonostante sia la prima avventura per tutti noi a queste latitudini.
Hi si è adattato tout court è tanto per cambiare il prode Cocò che nel giro di pochi istanti è già riuscito a capire l’ubicazione, con conseguente prova pratica, del beach volley, del tiro con l’arco, dell’immensa piscina raso spiaggia, del ping pong, delle bocce con premio finale dato da lunga regalata sul catamarano, esperienza veramente memorabile.
Piccolo inciso sulle sue scelte gastronomiche: ma quanto saranno contenti i succhi gastrici del suo apparato digerente al momento della di lui parca colazione costituita da cereali con latte freddo, frullato di anguria, cioccolata calda, frittata con formaggio, prosciutto e pomodori e qualche biscotto al burro giusto per addolcirsi il retrogusto ???
Sulle incantevoli spiagge siamo spesso circondati da ragazzi del luogo che offrono cianfrusaglie varie e gite turistiche a buon mercato, parlano italiano meglio di tanti ospiti della struttura e mendicano favori come fanno attualmente i milanisti in cerca di punti per evitare la zona retrocessione.
Piaghe sotto la pianta di piedi causa scottatura dovuta alla mancanza delle calzature eclissatesi tra le varie tratte aeree mi vedono costretto ad una forzata escursione nella capitale Stone Town, crocevia nei secoli passati della tratta degli schiavi, ora dedalo intricato di viuzze dal fascino praticamente incontaminato.
Non varrebbe certamente la pena di organizzare una convention in loco anche perché la città è lambita dalle acque che la dividono dalla terra ferma, con concentrazioni batteriche alquanto elevate, ma nonostante ciò la mia infinita curiosità nella ricerca di novità storiche, artistiche, logistiche e paesaggistiche ha ricevuto una buona dose di crescita addizionale.
Direi che è proprio difficile trovare il qualcosa che potrebbe mancare ed allora, prima che la spremitura di neuroni si concretizzi in una fastidiosa emicrania, ecco il Ventaglio venirci in soccorso con due ciliegine degne di un dessert di alta pasticceria: dopo un misterioso peregrinare tra sgangherati nastri trasportatori, stive di aviogetti fluttuanti nella stratosfera e polverosi depositi bagagli ecco riapparire la tanto agognata valigia, giusto in tempo per mostrare la taccata del dodici alla sublime cena offerta agli aficionados, in riva all’oceano, a lume di candela, serviti e riveriti con portate a base di carpacci di pescato fresco, tagliatelle all’aragosta, zuppa di granchio ed indescrivibile vassoiata di crostacei alla griglia.
Decliniamo cortesemente le proposte escursionistiche della società milanese ed io e Nic ci mettiamo nelle mani di tutta una serie di simpatici burloni molto scuri, autonominatisi Alì Babà, Bruno Conti, Cicciobello, Amedeo, Luca Cordero, Pomellato per partecipare ad una allegra scampagnata definita Safari Blu.
Quasi due ore di miseria e di desolazione, di cui un interminabile parte in fastidioso sterrato, ci fa dubitare della scelta di aver lasciato gli agi e gli ozi in cui lasciamo Annie e Tommy, saliamo su di una scricchiolante piroga ricavata da un enorme tronco d’albero, solchiamo limacciose acque quasi paludose, sempre sperando in un repentino capovolgimento dell' attuale frangente.
L’angelo custode comunque non tarda ad apparire ed allora ecco che il solito sole accecante ci accarezza nel corso della crociera che ora ci mostra indimenticabili scorci, straordinari fondali, paradisiache spiagge, isolette sabbiose che compaiono dal nulla nel bel mezzo del mare aperto.
I compagni di avventura sono vecchi conoscitori del pianeta terra che apprezzano, pur a denti stretti, anche le difficoltà di navigazione, tutti tranne la classica elefantiaca ragazza cannone che osa lamentarsi anche della grigliata di aragoste su di una spiaggia ben superiore al livello medio maldiviano.
Se finora abbiamo magnificato le bellezze naturalistiche dell’ambiente zanzibarino ora è veramente necessario sottolineare la bravura dello staff che ci fa provare l’emozione di uno spettacolo notturno in spiaggia, sotto una mitica moltitudine di stelle luminosissime, con uno show di rara intensità emotiva, trasformatosi poi in un happenning musicale ove, con grande sorpresa, svetta imperiosa la figura di Tommy rivelatosi, ovviamente al contrario del padre, estrememente incline al senso del tempo e del movimento.
Passiamo l’intera giornata a caracollare tra spiaggia e piscina, ben venti metri tra le palme, per poi mercanteggiare con masai molto da cartolina ma incredibilmente avvezzi al cambio euro/dollaro ed alla conoscenza della lingua tricolore, prima di ingaggiare una furibonda tenzone nel torneone di biglie, naturalmente proposto dallo scrivente, che con ben poca difficoltà si rende disponibile all’organizzazione di eventi ludici e sportivi, risvegliando così il mai sopito fanciullino che dimora al suo interno.
Abbiamo vissuto, almeno dal punto di vista psicologico, una delle esperienze più traumatiche della nostra vita: ci siamo uniti ad un gruppo di vacanzieri per visitare il villaggio di pescatori proprio a ridosso del nostro club e molto onestamente un groppo in gola, un blocco allo stomaco, una morsa all’apparato respiratorio, una lacrima a stento trattenuta potrebbero essere le sensazioni vissute nel constatare le disumane condizioni di non vita in cui un centinaio di creature dovranno, tra mille stenti ed infinite difficoltà, cercare di passare la loro esistenza su questa terra.
Cerchiamo di riprenderci da questo trauma, sicuramente riteniamo che per mesi i visi di questi bimbi che non hanno nulla di niente ci si riproporranno davanti agli occhi, ma ringraziando ogni santo in paradiso che ci sta concedendo una diversa opportunità vitale, guardiamo avanti….
Il letto con il baldacchino, il ventilatore con le pale in legno, la soffice zanzariera sono immagini a lungo evocate da pellicole cinematografiche dedicate alla selvaggia Africa, per il momento soprassediamo alla tentazione del safari sulla terra ferma e continuiamo a scaricare batterie a suon di reportage fotografici di questo incantato ed incantevole tratto di spiaggia su cui hanno trovato dimora anche altre strutture italiane che hanno praticamente colonizzato l’intera industria turistica isolana.
Al calar del sole, purtroppo non immortalabile in quanto ci troviamo sul
lato sbagliato dell’arcipelago, prende il via il partitone tra bimbi indigeni particolarmente abbronzati e piccoli esploratori molto pallidi ed anche qui scatta l’emozione di poter vedere come una rotolante possa unire, tra grida, scherzi e sorrisi la gioia dell’infanzia, ancora lontana mille e più miglia dal vizioso, marcio calcio nostrano di bianconera contaminazione…
Come sempre anche le più belle favole arrivano alla loro conclusione e sinceramente centellinando ogni istante ancora a nostra disposizione approfittiamo di ogni attività, di tutti gli spettacoli, di qualsiasi intrattenimento per assorbire come spugne assetate gli ultimi momenti di grandioso piacere che questa memorabile settimana ci ha permesso di assaporare.